CON IL REGOLAMENTO COMUNITARIO 61/2011, IN VIGORE DAL PROSSIMO 1° APRILE, DI FATTO L’UE AUMENTA IL LIMITE MASSIMO DEGLI ALCHILESTERI NEGLI OLII EXTRAVERGINE D’OLIVA

ACU ADERISCE ALLA CAMPAGNA NAZIONALE CONTRO IL NUCLEARE E PER LA DIFESA DELL’ACQUA COME BENE COMUNE
17 Marzo 2011
L’ACU TOSCANA E’ STATA PRESENTE ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE TENUTASI A ROMA IL 26 MARZO 2010
30 Marzo 2011
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La presidente regionale dell’ACU Toscana Clara Gonnelli ha rilasciato su questo problema un’intervista a Toscana TV.

BREVE NOTA INFORMATIVA

Gli alchilesteri sono composti chimici che si formano naturalmente negli olii di oliva e la loro presenza aumenta conseguentemente a fenomeni di fermentazione e/o degradazione di olive di scarsa qualità (esempio olive danneggiate, troppo mature, conservate in condizioni non adatte o per lungo tempo prima di essere lavorate ecc.).

L’olio extra-vergine d’oliva è ottenuto dalla spremitura di olive mediante processi meccanici ed il prodotto d’origine deve arrivare al momento della frangitura del frutto in condizioni tali da produrre un olio esente da difetti sensoriali, ovvero il più possibile privo di cattivi odori, sapori e colori.

In base al loro stato di conservazione, dovuto talvolta anche a lunghi trasporti, le olive possono produrre una quantità più o meno elevata di alchilesteri.

Dal 1° aprile entra in vigore il Regolamento 1/2011 con il quale la UE introduce un nuovo parametro di valutazione per scoprire la presenza di alchilesteri negli olii extravergine.

Fino al 31 marzo 2011 la concentrazione media al chilo nell’olio extravergine di questi alchilesteri andava da 10 a 30 mg per kg. Dal primo di aprile invece il limite fissato dalla UE è di 150 mg per chilo.

Questa misura, che solo apparentemente regolamenta questo settore di fatto apre indirettamente la strada agli olii cosiddetti “deodorati”.

Il Regolamento “introduce sì un nuovo parametro di valutazione per scoprire la presenza di alchil esteri, composti chimici che si formano nelle miscele di bassa qualità, ma si fissa un valore soglia talmente alto che di fatto non scoraggia la produzione di oli extravergini ‘falsati’. Insomma il rischio è che sotto l’etichetta di olio extravergine di oliva si nascondano anche oli di dubbia qualità, considerando che un buon olio contiene un quantitativo massimo di alchil esteri pari a 10-30 mg/kg.

Si può quindi ragionevolmente dire che il limite di 150 mg/kg  fissato dal regolamento europeo, non è rappresentativo di un olio extra vergine ottenuto da olive sane e non scoraggia i produttori dal miscelare olio extra vergine con olio di qualità inferiore come il deodorato con elevati valori di alchil esteri

Perciò al fine di acquistare un buon prodotto non ci rimane che tenere d’occhio il prezzo. Esistono in commercio bottiglie di olio il cui prezzo varia da 2,5 a 9 euro ed oltre. I prezzi troppo bassi ci debbono infatti insospettire perché un buon olio deve avere il giusto valore che serve a remunerare equamente chi lavora con coscienza.

Ufficio Stampa ACU Toscana