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COMUNICATO STAMPA

Oggi con stupore riscontriamo, addirittura a caratteri cubitali nella bacheca del quotidiano La Nazione di Massa e Carrara, che il torrente Lavello sarebbe inquinato per colpa dei ROM i quali sono insediati in una zona adiacente allo stesso. L’articolo è fuorviante perché in esso si parla di discarica nel Lavello e non di escherichia coli che può essere invece imputabile al depuratore. Ma teniamo a precisare che entrambi i depuratori Lavello 1 e 2 si trovano prima del campo rom e non dopo. Addossare a loro le responsabilità, eventualmente irrilevanti rispetto alla dimensione del problema, è ingiusto e non serve a chiarire fino in fondo questa intricata matassa delle stratificazioni e reiterate responsabilità, derivanti da negligenze ai vari livelli di competenza (dalla società che gestisce gli impianti GAIA SpA, alle amministrazioni che si sono succedute, agli organi di controllo).

Quello che emerge ogni giorno dai mezzi di informazione, almeno agli occhi dei cittadini, non fa che confondere le idee e non mette bene a fuoco il problema che invece è esistito e permane ancora adesso, stante quello che sta accadendo e le mezze ammissioni/presunti sospetti che provengono da più parti, anche istituzionali.

Tutti ci ricordiamo, tanto per non andare molto indietro nel tempo, l’inaugurazione dell’impianto del Lavello 2, avvenuta solo il 29 dicembre 2014 con tanto di taglio di nastro e dichiarazione di grande soddisfazione, sia da parte dell’allora sindaco di Massa Alessandro Volpi che del presidente di GAIA Nicola Lattanzi.

Entrambi  – dopo che erano stati spesi 8,5 milioni di euro per realizzarlo e stanziati altri 1,2 milioni di euro, per completarlo nei mesi tra gennaio e febbraio 2015 – dichiaravano che non ci sarebbero stati mai più problemi perché quest’ultimo ‘gioiello’ aveva una portata di depurazione che poteva soddisfare una popolazione di 120.000 abitanti. Non stiamo a dilungarci su questo, basta andare a vedersi il filmato su Youtube in internet in cui vengono spiegati molti più dettagli.

Come sono state impiegate queste ingenti somme se a distanza di poco più di 4 anni, la Procura della Repubblica di Massa, nello scorso gennaio 2019, ha dovuto  mettere  l’impianto del Lavello1 sotto sequestro per grave inquinamento ambientale e perché esso non aveva le autorizzazioni necessarie agli scarichi da parte degli organi istituzionali preposti (Vedi link )

Solo dopo questo procedimento (tuttora il caso è sotto indagine) l’impianto è stato dissequestrato dalla stessa Magistratura e la Regione Toscana con Decreto n.4554 del 29/3/2019 ha indicato a GAIA una serie di prescrizioni relative agli interventi di adeguamento del sistema del Lavello 1.

Questo per ricordare che i cittadini seguono attentamente ciò che sta accadendo attorno a questa sconfortante vicenda che danneggia anche l’economia locale. E di questo ci dispiace molto.

Associazione per i Diritti dei Cittadini ADiC Toscana – Movimento Consumatori Nazionale  – Movimento Consumatori Toscana –  Comitato Acqua alla gola  – Comitato Cittadini e Ambiente di Massa Carrara – Comitato Acqua di tutti – Comitato cittadini della Partaccia – Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua – Associazione Phoenix Cinematografica.