I DATI RELATIVI ALLE PRESTAZIONI DEL SERVIZIO, IN BASE ALLA RELAZIONE ANNUALE PRESENTATA DA A.I.T. (AUTORITA’ IDRICA TOSCANA) SONO IMPIETOSI
Il LINK per il collegamento in piattaforma è: https://iiszaccagnacarrara.webex.com/meet/sala2
Il CCA dbr (*) “Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni per la depurazione, le bonifiche e per la ripubblicizzazione del servizio idrico”, insieme al “Forum Italiano dei movimenti per l’acqua” e all’Istituto di Istruzione Superiore “Zaccagna-Galilei” di Carrara, promuovono il 27 novembre 2020 dalle ore 14.30 alle 17.00, il secondo convegno nazionale sulla gestione del servizio idrico integrato di Gaia S.p.A. (società in house che serve 46 comuni).
L’iniziativa era stata programmata congiuntamente con i sindaci che avevano partecipato al precedente incontro per continuare il confronto avviato che, a causa dei tempi brevi a disposizione, non si è potuto approfondire a sufficienza.
“Si vuole mettere in evidenza – dichiara il CCA dbr – che è proprio dalla relazione annuale 2019 dello scorso 19 novembre, illustrata in diretta streaming dal direttore generale dell’Autorità Idrica Toscana (Alessandro Mazzei), che si sono appresi alcuni elementi critici e paradossali rispetto alla gestione del servizio di Gaia S.p.A (Gestore dell’alta Toscana e della zona di costa)”. Infatti è stato rilevato che il gestore idrico integrato Gaia S.p.A.:
– nel servire 1/3 della popolazione, rispetto ad esempio a Publiacqua SpA, ha un numero maggiore di operai (262 Gaia 260 Publiacqua);
– copre una superficie molto inferiore rispetto ad altri gestori (come Fiora, Publiacqua, Acque e Nuove Acque);
-preleva quasi 68 milioni di metri cubi di acqua e ne fattura solo 29 e quindi con perdite idriche di oltre la meta del volume di acqua prelevato;
-la qualità tecnica del servizio idrico, si trova nella penultima classe per le perdite idriche (classe D), nell’ultima classe per la qualità dell’acqua erogata (classe E), e sempre nell’ultima per l’adeguatezza del sistema fognario (classe E);
– ha investito nell’anno 2019 solo la metà degli importi preventivati, sia per quanto riguarda gli investimenti lordi sia netti;
– la cifra investita pro-capite e al di sotto della media nazionale.
“Tutto ciò – prosegue il CCA dbr – non fa che sottolineare quello che già da tempo pensiamo, ossia che occorre cambiare questa gestione e andare verso un sistema di gestione consortile pubblica, ricordandoci sempre che l’acqua è un bene comune che va preservato”.