SECONDO CONVEGNO NAZIONALE PER APPROFONDIRE IL TEMA DELLA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO DI GAIA S.P.A.
26 Novembre 2020I MEMBRI DEL CCA dbr HANNO INVIATO ALLA PROCURA DI MASSA UN ESPOSTO PER RICHIEDERE LA MESSA IN SICUREZZA DI EMERGENZA DELLE SORGENTI ATTIVE DI CONTAMINAZIONE ATTIVA, PERSISTENTI NEL SIN-SIR DI MASSA CARRARA
15 Dicembre 2020DAL CONVEGNO DEL 27 NOVEMBRE E’ EMERSO CHE NE’ L’ATTUALE “SOCIETA’ IN HOUSE” NE’ UNA SOCIETA’ BENEFIT”, PERMETTONO ALLA “COMMISSIONE DI CONTROLLO ANALOGO” DI POTER ATTUARE LE OPPORTUNE VERIFICHE DEL GESTORE IDRICO

“Quello che è emerso dal secondo convegno nazionale dello scorso 27 novembre, ci ha aperto ancora di più gli occhi riguardo alla natura giuridica societaria di GAIA SpA, il gestore idrico dell’alta Toscana e della zona di costa”. Questo è ciò che dichiarano i rappresentanti del coordinamento CCA dbr, insieme al Forum Italiano dei movimenti per l’acqua e all’Istituto di Istruzione Superiore “Zaccagna-Galilei” di Carrara.
Un incontro, quello di venerdì scorso, a cui hanno partecipato varie realtà associative e comitati di cittadini, ma anche sindaci, assessori e consiglieri, democraticamente eletti, i cui comuni sono soci del gestore idrico integrato GAIA SpA.
Sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco di Tresana Matteo Mastrini, il vice sindaco di Carrara Matteo Martinelli, il vice sindaco comunale di Massa Pierlio Baratta, l’assessore di Forte dei Marmi Enrico Ghiselli, il consigliere di Massa Paolo Menchini… ma anche alcuni membri della commissione di controllo analogo di GAIA, nonché lo stesso direttore generale della società idrica Paolo Peruzzi.
I convenuti sono partiti da punti di vista diversi rispetto alla modalità di gestione del servizio idrico integrato: da una parte, le rappresentanze dei cittadini che chiedono ai sindaci di attivare una Azienda Speciale di diritto pubblico, e i Sindaci che, in maggioranza, sembrano essere attestati nel sostenere una forma di gestione societaria di diritto privato del servizio (La Società Benefit).
“E’ di fondamentale importanza che i cittadini tutti, anche i non attivisti, non deleghino in toto decisioni così strategiche come quella della forma gestionale di un servizio idrico – sostiene il segretario nazionale del Forum Italiano dei movimenti per l’acqua Paolo Carsetti – ed è per questo che stiamo collaborando con i vari soggetti dei territori, per portare il nostro contributo tecnico ed esperienziale per aiutarli ad incidere maggiormente nell’orientamento degli indirizzi politici, affinché questi siano rispettosi del volere popolare espresso da milioni di italiani, che con il referendum sull’acqua del 2011 hanno votato sì all’acqua pubblica”.
Durante il convegno, si è toccato più volte il tema dei poteri che la legge attribuisce all’Azienda Speciale, la quale non è altro che un ente di diritto pubblico (il braccio operativo degli Enti locali), perché fa parte della sfera pubblica e della normativa ad essa riferente. Ma è anche un ente economico, perché ha l’obiettivo dell’equilibrio di bilancio: ossia dell’equivalenza tra costi e ricavi.
Quest’ultimo aspetto è molto importante perché i ricavi uguali ai costi comporteranno l’applicazione di tariffe più basse per gli utenti.
Inoltre, qualora si vada verso la scelta dell’Azienda Speciale essa sarebbe realmente ente strumentale di ogni singolo Comune e darebbe quindi una maggiore garanzia alla commissione per l’esercizio del controllo analogo. Commissione, che dovrebbe svolgere funzioni istruttorie e di supporto alle attività fondamentali e strategiche, come lo è stata quella dibattuta durante il convegno, ma che invece abbiamo appreso non essere esercitata.
Questa impossibilità a poter controllare l’operato della società GAIA, è stata dichiarata apertamente dai rappresentanti della commissione di controllo analogo, Renzo Pedonese e Daniele Ferrante, i quali hanno affermato che, allo stato dell’arte, nonostante la buona volontà, non sono in grado di poter controllare l’operato di Gaia perché la struttura societaria in house non lo permette e che ciò non genera che malumori e senso di frustrazione.
Questa anomalia normativa non si supera certamente dando a Gaia un altro assetto societario privato, ovvero quello di una ‘Società Benefit’, come ha ribadito più volte Remo Valsecchi il tecnico del ‘Forum’.
Sottolineatura condivisa anche dai membri del CCA dbr, il quale ha anche stigmatizzato come in una lettera dello scorso 30 aprile inviata dal presidente di Gaia Vincenzo Colle ai sindaci soci si sia, di fatto, ammesso che il controllo analogo sia inefficace: “… Tali forme (riferendosi alle Benefit) potrebbero essere integrate in risposta alle esigenze dichiarate dai Comuni (che avrebbero lamentato l’impossibilità di poter esercitare controlli), con la possibilità di un perfezionamento dello strumento già esistente del controllo analogo”.
Questa situazione mostra – dichiarano ancora i membri del CCA dbr – che i controlli al gestore non possono essere fatti, ma evidentemente non potevano essere svolti nemmeno in passato, ovvero da quando è entrata in vigore la prima ‘commissione di controllo analogo’.
I convenuti all’iniziativa, sindaci compresi, hanno deciso di programmare un ulteriore convegno nazionale. “La situazione è preoccupante – dichiara il CCA dbr – ma a questo punto siamo anche soddisfatti che si arrivi ad un ulteriore confronto con i sindaci, che si invitano tutti (sono 46 i comuni soci di Gaia) a partecipare a questo prossimo dibattito, in prima persona o attraverso i propri delegati, per condividere le perplessità e riportare nelle sedi istituzionali il frutto di un processo partecipativo così da poter prendere finalmente decisioni ponderate e responsabili riguardo alla modalità di gestione del servizio idrico”