I MEMBRI DEL CCA dbr HANNO INVIATO ALLA PROCURA DI MASSA UN ESPOSTO PER RICHIEDERE LA MESSA IN SICUREZZA DI EMERGENZA DELLE SORGENTI ATTIVE DI CONTAMINAZIONE ATTIVA, PERSISTENTI NEL SIN-SIR DI MASSA CARRARA
15 Dicembre 2020PERCORSO FINALIZZATO ALLA RIPUBBLICIZZAZIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO GAIA SpA
18 Dicembre 2020COMUNICATO STAMPA del 16 dicembre 2020

E’ partita dal “Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni per la depurazione, le bonifiche e la ripubblicizzazione del servizio idrico”-CCA dbr, la richiesta rivolta alle massime istituzioni competenti nazionali, regionali e locali, affinché procedano con l’avvio dei procedimenti per l’individuazione dei responsabili dell’inquinamento di tutta l’area SIN-SIR di Massa Carrara.
Ciò è stato richiesto in ordine ad una serie di motivi che si possono estrapolare proprio dalla recente sentenza di condanna, emessa in primo grado dalla seconda sezione del TAR di Firenze contro Edison SpA (ex Montedison/Farmoplant), che nel 2018 aveva presentato ricorso contro il Ministero dell’Ambiente, l’ISPRA e l’ARPAT, la quale ha messo in evidenza che:
esiste un nesso causale tra l’attività svolta dalla Montedison/Farmoplant e la presenza di inquinanti nella zona, anche se non è esclusa la responsabilità di altre industrie chimiche;
Edison è a tutti gli effetti erede di Montedison/Farmoplant e “(cor)responsabile”, seppur insieme ad altri soggetti, dell’inquinamento delle acque sotterranee della falda sottostante la zona industriale apuana;
esiste l’obbligo di bonifica (ex art. 17 del d. lgs. n. 22 del 1997) ed esso è in capo al responsabile dell’inquinamento, che le autorità amministrative preposte hanno il dovere istituzionale di individuare e ricercare;
che l’inquinamento ambientale crea danni permanenti che perdurano fino a che non sono rimosse le cause e quindi l’applicazione della legge può essere retroattiva sui responsabili.
“Il territorio di Massa-Carrara – dichiarano i membri del CCA dbr – subisce da decenni danni ambientali, sociali ed economici, causati da insediamenti industriali succedutisi negli anni, che hanno determinato un grave stato di inquinamento delle falde e del suolo, che oggi, oltre 30 anni dopo la chiusura del polo chimico, devono ancora essere bonificati”.
Il CCA dbr ha chiesto via pec alla Regione Toscana se essa abbia avviato le procedure per il risarcimento dei danni nei confronti dei cittadini, dell’ambiente e dell’economia locale, relativamente alle aziende produttive che nel corso degli anni hanno operato nell’attuale area SIN/SIR di Massa-Carrara.