ORDINANZA DEL SINDACO DEL COMUNE DI MASSA. GRAN PARTE DELL’ACQUA EROGATA DALL’ACQUEDOTTO NON E’ SICURA. IL CCA dbr CHIEDE UN ACCESSO AGLI ATTI

BANDO AGLI EQUIVOCI. OGNI SINDACO DICHIARI SE VUOLE UN SOGGETTO PUBBLICO O PRIVATO PER GESTIRE IL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
10 Febbraio 2021
IL CCA dbr DOPO LE ENNESIME VICENDE LEGATE ALL’ACQUA CHE HANNO CREATO DISAGIO AI CITTADINI HA INVIATO UN ESPOSTO ALLA PROCURA DI MASSA
18 Febbraio 2021

COMUNICATO STAMPA DEL 12/02/2021

L’ordinanza a decorrenza immediata n.31 dell’ 11 febbraio 2021 del sindaco Francesco Persiani ha per oggetto “Divieto di utilizzo per il consumo umano dell’acqua erogata dall’acquedotto comunale in parte del territorio salvo previa bollitura”. L’acquedotto in questione è gestito da Gaia SpA.

“Nell’esprimere sconcerto per questo ennesimo problema legato alla gestione di questo servizio – dichiara il CCA dbr- ci si chiede perché mai i cittadini dovrebbero pagare con i propri soldi un ulteriore laboratorio di analisi in cui Gaia controlla se stessa (quando esiste già un laboratorio pubblico che è quello dell’ASL), per arrivare ad erogare alla popolazione un’acqua inquinata da batteri”.

Ci si domanda anche perché, la presenza di batteri nell’acquedotto, sia stata segnalata nel sito di Gaia solo l’11 febbraio 2021 alle ore 22.50, ossia dopo che l’ASL ”aveva trasmesso gli esiti del campionamento di vigilanza, effettuato l’8 febbraio 2021 sulle acque destinate al consumo umano…” e dopo che il sindaco aveva emesso la suddetta ordinanza.  

Si sottolinea che per almeno tre giorni i cittadini massesi hanno utilizzato, ignari, l’acqua inquinata che scaturiva dai propri rubinetti.

Com’è possibile che si arrivi a queste gravi conseguenze quando nel proprio sito web Gaia dichiara testualmenteche “…da sempre è molto attenta a garantire la qualità dell’acqua che distribuisce attraverso un costante e continuo monitoraggio su tutto il percorso delle acque utilizzate, dalle fonti fino alla consegna all’utenzaIl laboratorio analisi interno all’azienda esegue le determinazioni chimico-fisiche e microbiologiche nel rispetto delle metodiche ufficiali, al fine di verificare la conformità dei servizi erogati (acque potabili, acque reflue) ai requisiti stabiliti dalla normativa in materia e di garantire i massimi livelli di sicurezza, qualità ed efficienza”.

E’ per questi ennesimi contraddizioni e paradossi che oggi stesso il CCA dbr inoltrerà  un accesso agli atti urgente agli organi competenti per avere – se possibile – ulteriori chiarimenti.

Il coordinamento CCA dbr, richiama ancora i sindaci dei comuni soci di Gaia SpA, ad esprimersi chiaramente riguardo alla forma di gestione del servizio e chiede che mettano mano, senza indugi, alla trasformazione della SpA in Azienda Speciale Consortile pubblica.