ANDIAMO SU MARTE, MA A MASSA NON SI RIESCE A BONIFICARE DALL’AMANTO 500 METRI DI SPIAGGIA. DI CHI SONO LE RESPONSABILITA?

LETTERA APERTA AI CANDIDATI A SINDACO DEL COMUNE DI MASSA: DITECI SE VOLETE FARVI PARTE ATTIVA DI UN PERCORSO PARTECIPATO SOTTO FORMA DI INCHIESTA PUBBLICA
25 Maggio 2023
BISOGNO DI TRASPARENZA E CRISI DI PARTECIPAZIONE.
20 Giugno 2023

COMUNICATO STAMPA DEL CCAdbr DEL 5 GIUGNO 2023

Ieri, la stampa ha messo il dito sulla piaga delle responsabilità che riguardano ancora una volta le bonifiche.

“Già il 21/01/2022, un noto quotidiano locale riportava con un articolo le problematiche riscontrate dagli addetti ai lavori, per risanare l’area dell’ex Colonia Torino di Marina di Massa (Area S.I.R.). “Nell’articolo compariva anche una nostra domanda – dichiara il CCA dbr – in cui si chiedeva la motivazione per la quale i lavori sarebbero stati bloccati, visto che le istituzioni competenti (In primis Regione Toscana e Comune di Massa) avrebbero dovuto sapere già da prima che si andava ad operare in un’area inquinata anche da amianto”.

“In quei giorni sarebbero dovuti iniziare i lavori di bonifica per rimuovere diverse tipologie di rifiuti tra cui anche frammenti di lastre e di fibrocemento tipo “eternit” contenenti amianto (questi ultimi rinvenuti solo in superficie). Infatti le analisi di laboratorio, effettuate da Arpat, avrebbero evidenziato su tre spezzoni di lastra in fibrocemento, fibre di amianto di tipo crisotilo e crocidolite in matrice cementizia (Si ricorda che l’amianto può provocare tumori alla pleura)”.

Nell’articolo di cui sopra, si leggeva che dalla “Relazione paesaggistica”, redatta dalla stessa Sogesid SpA, società dell’allora Ministero della Transizione ecologica e soggetto attuatore dell’intervento «Nel caso in cui siano presenti materiali contenenti amianto, si procederà alla rimozione e smaltimento nel rispetto di quanto disciplinato dalla normativa vigente da parte di imprese rispondenti ai requisiti».

Non solo, per motivare questa affermazione, Sogesid ricorda che nel luglio 2008 l’area «è stata posta sotto sequestro su disposizione della Guardia di finanza, a seguito del rinvenimento di diverse tipologie di rifiuti tra cui anche frammenti di lastre e di fibrocemento tipo “eternit” contenenti amianto (questi ultimi rinvenuti solo in superficie)».  ‘Le analisi di laboratorio, infatti, effettuate da Arpat, evidenziarono su tre spezzoni di lastra in fibrocemento, fibre di amianto di tipo crisotilo e crocidolite in matrice cementizia’.

Il Tirreno del 4/06/2023 riporta ancora, a distanza di un anno e mezzo, l’attenzione su questo problema del risanamento dell’area e sulle ingarbugliate questioni burocratiche ad esso collegate.

A sollevarlo non sono le istituzioni, ma un’associazioni del territorio.

Nuovamente, la cittadinanza, sconcertata, è costretta ad assistere ad un rimpallo di responsabilità. Questa è la volta della General Smontaggi spa – ditta incaricata dalla Sogesid spa (Società in house del Ministero dell’Ambiente) ad effettuare la “rimozione dei rifiuti” nella porzione di spiaggia dell’ex Colonia Torino – e ancora una volta ci troviamo di fronte ad istituzioni, che non riescono a comunicare con trasparenza come stanno realmente i fatti che riguardano i territori che governano.

Il risultato è che a distanza di un anno e mezzo non si è risolto nulla.

“A questo punto però – dichiarano i membri del CCA dbr – una considerazione sorge spontanea. Se questo è il metro di misura del tempo da impiegarsi per risanare poco più di 500 metri di spiaggia (ricordiamoci come detto sopra che la questione è nota dal 2008), quanto tempo ci vorrà per bonificare i circa 16 km quadrati di territorio SIN-SIR altamente contaminato nelle falde acquifere e nei terreni?”.  

A Massa e Carrara, la Politica quando si deciderà a fare seriamente le bonifiche e a fermare la scia di morti per tumori ed altre malattie riscontrate dai ricercatori con il  6° studio epidemiologico S.E.N.T.I.E.R.I., presentato proprio in questi giorni a Marina di Carrara dai ricercatori del CNR, all’interno dell’iniziativa promossa dall’Ordine dei Medici di Massa Carrara in collaborazione con gli Ordini di Pisa e Livorno (OMCeO) e dall’ISDE?

“Abbiamo una mortalità media per tumori superiore del 12 % (Il doppio rispetto alle altre località SIN), che ci pone al primo posto nella nostra regione e tra i primi quattro in Italia, e la Regione Toscana non riesce a portare a termine lo studio di Microarea che è fermo dal 2020. La causa della mancata realizzazione di questi approfondimenti di indagine sanitaria (che servirebbero anche per comprendere le cause di questo stato di cose), sarebbe da imputare, secondo la Regione, al fatto che i ricercatori dovrebbero utilizzare i dati personali relativi alla salute dei cittadini, oggetto di tali studi, violando così la loro privacy. A nostro avviso, quanto meno, i tecnici della commissione Coreas preposti, avrebbero dovuto pensarci prima di avviare lo studio, e predisporre le misure adeguate. A tale proposito siamo in attesa della risposta della Conferenza Stato-Regioni a cui ci siamo rivolti. Staremo a vedere, concludono i vari rappresentanti del CCA dbr”.