ANDIAMO SU MARTE, MA A MASSA NON SI RIESCE A BONIFICARE DALL’AMANTO 500 METRI DI SPIAGGIA. DI CHI SONO LE RESPONSABILITA?
5 Giugno 2023LEGAMBIENTE SI ESPRIME SUL BIODIGESTORE ANAEROBICO: SPERANZA PER LE ISTITUZIONI, MA NON PER IL TERRITORIO
5 Luglio 2023COMUNICATO STAMPA DEL 18/06/2023

UNA RETE DI ASSOCIAZIONI E COMITATI, SI IMPEGNA A SENSIBILIZZARE I CITTADINI SULLE CRITICITA’ AMBIENTALI DEL TERRITORIO PER SAPER DIFENDERE I LORO DIRITTI
E’ sempre più evidente lo scollamento tra chi amministra, a tutti i livelli, e i cittadini. Le decisioni vengono spesso prese al chiuso delle stanze dei Palazzi e i politici si rapportano al territorio solo in campagna elettorale. In questa fase le promesse si sprecano, ma vedendo disattese le loro istanze, le persone individuano come unica strada da percorrere il non voto.
Nel ritenere questo aspetto molto preoccupante per una sana vita democratica, la rete di associazioni e di comitati di cittadine e cittadini (dicasi ‘rete’) che si occupano di problematiche a carattere ambientale e inerenti alla difesa dei beni comuni del territorio, si è riunita presso i locali del comune a Villa Cuturi di Marina di Massa, per trovare modalità di sensibilizzazione idonee, atte a promuovere una imparziale informazione, mirata, diffusa e capillare, che renda maggiormente proattiva la cittadinanza e in grado di riconoscere ed esercitare i propri diritti, a partire da quelli costituzionali.
“La situazione – dichiarano i vari rappresentati della ‘rete’ – richiede una partecipazione dal basso perché i problemi irrisolti sono molteplici e gravi ed esigono RISPOSTE URGENTI e non più procrastinabili.
Basti pensare al tema delle bonifiche mancate del SIN-SIR, fortemente contaminato da sostanze chimiche e ai fondi ministeriali lasciati scadere dalle istituzioni compenti per problemi di carattere burocratico; alla controversa questione della presenza di amianto nella spiaggia della ex Colonia Torino; alla gestione scellerata dell’estrattivismo del marmo delle Apuane che ha avuto come riflesso la sistematica presenza della marmettola (polvere di marmo mista a fanghiglia) nelle falde, nelle sorgenti e nei corsi d’acqua delle Apuane (Fiumi Frigido e Carrione), anche in violazione delle direttive europee e delle leggi in vigore; alla discarica di ex Cava Fornace carica di amianto e altre sostanze nocive a ridosso di un’area naturalistica protetta che è il Lago di Porta e vicino ai centri abitati in particolare Renella; alla Buca degli Sforza a valle del territorio di Cinquale riempita di rifiuti tossico nocivi; fino ad arrivare ai problemi legati al forno crematorio del cimitero di Turigliano dal cui ‘camino’ si sprigionerebbero sostanze inquinanti come le diossine.
A fronte di questi problemi non risolti, che hanno impatti molto negativi per l’ambiente, per la salute e per l’economia locale, in questi ultimi mesi, è stato anche elaborato dal Cermec SpA (società partecipata dei comuni che gestisce i rifiuti di Massa e Carrara) un progetto per l’installazione di un biodigestore anaerobico per il trattamento della frazione dei rifiuti organici provenienti dell’area di costa (provenienti dalle province di MS, PI, LU, LI e 100 comuni), approvato dai Comuni di Massa e Carrara e dalla Regione Toscana, per produrre biogas/biometano.
Un grande impianto da 97500 tonnellate di rifiuti/anno dal costo di circa 36 milioni di euro, da collocarsi in area SIR (già fortemente contaminata e quindi da bonificare) il quale – stando a quanto dichiarato dagli esperti di fama internazionale durante il seminario promosso dalla ‘rete’ – produrrà ulteriore inquinamento, cattivi odori, consumo di materia e utilizzo di fondi pubblici per poter essere competitivo sul mercato. Inoltre i comuni di Massa, di Carrara e la Regione Toscana hanno deciso che questo impianto non venisse sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), ma soltanto ad AIA, modalità autorizzativa che non prevede un coinvolgimento attivo dei cittadini durante il processo decisionale.
“In occasione di questa riunione, con nostra sorpresa (perché l’iniziativa era rivolta ai rappresentanti della rete) – proseguono le attiviste e gli attivisti – si è presentato l’Amministratore Unico del Cermec SpA Lorenzo Porzano, il quale ha voluto segnalare la disponibilità della società partecipata a confrontarsi con la ‘rete’ tramite i loro esperti. Gli è stato fatto presente che non essendoci stata da parte delle istituzioni una campagna di sensibilizzazione della cittadinanza sul progetto del Biodigestore anaerobico, è stata la ‘rete’ stessa a richiedere per pec, ai sindaci di Massa e Carrara, alla Provincia e alla Regione Toscana, che si aprisse con urgenza un confronto, promosso volontariamente dalle istituzioni competenti, attraverso un percorso partecipato nella forma di INCHIESTA PUBBLICA (alla presenza di esperti delle istituzioni e di altri esperti scelti dai cittadini). Quello che ci è stato risposto dalla Regione Toscana è che si sarebbe potuto partecipare – come da prassi corrente – ai lavori della Conferenza dei servizi istruttoria promossa dalla Regione stessa, senza diritto di parola, ma soltanto in veste di uditori e da remoto (in piattaforma web). Dopo aver salutato l’Amministratore Unico del Cermec, i lavori sono proseguiti con un proficuo dibattito tra i rappresentanti delle organizzazioni, composte da attiviste ed attivisti di lunga esperienza e da giovani che hanno portato nuove idee e forte motivazione a cambiare questo stato di cose. L’incontro si è concluso con la decisione di attribuire, alle azioni che saranno intraprese a livello integrato, la denominazione “Farmoplant insegna”.
Una rievocazione legata ad un periodo storico lungo 50 anni, che ha visto l’avvento di una industrializzazione chimica selvaggia, con la compiacenza-indifferenza degli apparati di governo del territorio, che ha dato avvio ad un declino ambientale per il quale ancora oggi si pagano le conseguenze in termini di perdita di salute (16 km quadrati di terreno e falde inquinate che ci portano ad essere, in base ai dati dello Studio epidemiologico SENTIERI, al primo posto per mortalità di tumori in Toscana e quarti in Italia).
Un monito, “Farmoplant insegna”, affinché la storia fatta di scelte politiche sbagliate non si ripeta, e un testimone da consegnare alle giovani generazioni (Nello specifico ai ‘ragazzi’ del Fridays For Future di Massa, che in questa riunione erano presenti con una loro rappresentanza), affinché proseguano con determinazione nella rivendicazione dei diritti che attengono alla sfera dei beni comuni, ma anche a pretendere la massima trasparenza delle istituzioni e degli atti amministrativi, prima che le decisioni siano prese.
Hanno promosso ed erano presenti all’iniziativa:
- Associazione per i Diritti dei Cittadini-ADiC Toscana aps e CCA dbr: Clara Gonnelli
- Associazione Comitato Acqua alla gola Massa e CCA dbr: Ersilia Mignani
- Fridays For Future Massa: Lorenzo Marchi e Luigi Valletta
- GRiG-odv Gruppo di Intervento Giuridico: Alberto Grossi
- Italia Nostra Massa Montignoso: Bruno Giampaoli
- Comitato Apuano salute ambiente della provincia di Massa Carrara e CCA dbr: Sabrina Albertoni
- Associazione Alberto Benetti aps di Massa: Maurizio De Lucia
- Comitato ex Cava Fornace: Alessandra Gallini e Dino Cagetti
- Apuane Libere odv: Gabriele Rutili
- Comitato Forno Crematorio di Carrara: Renzo Leonardi
- Associazione L’Assiolo: Franco Lucchesi Volontario associazione