LEGAMBIENTE SI ESPRIME SUL BIODIGESTORE ANAEROBICO: SPERANZA PER LE ISTITUZIONI, MA NON PER IL TERRITORIO
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COMUNICATO STAMPA DEL 27/06/2023 del CCA dbr

I comuni di Massa, di Carrara, la Provincia e la Regione Toscana, nei mesi scorsi hanno deciso, al chiuso delle stanze di palazzo, di installare a Massa in area Cermec, un mega impianto denominato BIODIGESTORE ANAEROBICO al quale saranno conferite 97.500 tonnellate di rifiuti organici all’anno, provenienti da tutto l’ATO Toscana Costa (che comprende le province di Massa Carrara, Pisa, Lucca, Livorno e 100 comuni), per trasformarli in biogas/biometano. Nonostante le richieste di associazioni e comitati, alla Regione Toscana e alle istituzioni competenti affinché si facessero carico di promuovere urgentemente un processo partecipativo nella forma di contraddittorio pubblico, purtroppo non sono stati ascoltati e la macchina burocratica sta andando avanti.

I rappresentanti del CCA dbr (*) hanno intervistato Gianni Tamino che è un esperto illustre, già professore di Biologia dell’Università di Padova e membro del Comitato Tecnico Scientifico Nazionale dei Medici per l’Ambiente, che ha espresso la posizione scientifica dell’ISDE sui biodigestori anaerobici.

-Alla domanda se secondo lui il biodigestore del Cermec SpA o impianti similari, sono una soluzione veramente sostenibile per i territori egli ha così risposto. “I rifiuti sono divenuti un problema perché per decenni sono stati destinati non al riciclo bensì, come nel caso dell’incenerimento, alla produzione di energia. Con la biodigestione anaerobica della frazione organica (che rappresenta il 30% dei rifiuti urbani prodotti) si innesca un meccanismo simile. La Digestione anaerobica deve essere alimentata a ciclo continuo da molte migliaia di tonnellate di rifiuti organici, per ottenere una significativa produzione di biogas o biometano, tale da garantire adeguati profitti, che comunque si ottengono solo grazie a rilevanti incentivi pubblici.

Ma in tal modo non si realizzeranno le forme più valide di compostaggio aerobico (che avviene in presenza di aria) soprattutto di dimensioni non industriali, come quella domestica e di comprensorio, che ISDE indica come forma migliore nella sua position paper.

Inoltre, e non ultimo per importanza, rimane il problema del Digestato da FORSU, che è laFrazione Organica dei Rifiuti Solido Urbani, cioè tutta la materia che resta dopo il processo anaerobico, ovvero la gran parte, va considerato rifiuto.

Sostenere il trattamento aerobico del digestato ottenuto dalla digestione anaerobica, così da renderlo più prossimo al compost, ottenuto invece direttamente da compostaggio aerobico, sembra davvero inutile, e di fatto si ammette che il miglior riciclo dell’umido si ha con il trattamento aerobico, ma si vuole a tutti i costi utilizzare gli impianti di digestione anaerobica per produrre non materia utile come il compost, ma metano da bruciare. Una idea che ha senso solo per ragioni di profitto i cui benefici non ricadono sui cittadini”.

-Alla domanda se i processi anaerobici siano o meno sostenibili  il prof. Tamino risponde che “la produzione di biometano, nel suo complesso, contrariamente a quanto si tenti di inculcare nell’opinione pubblica, non è economica. Infatti sarebbe fallimentare senza gli incentivi statali, ha un basso rendimento energetico e non è pulita, dato che produce inquinamenti. Anzitutto si liberano rilevanti odori molesti, ma anche molti inquinanti atmosferici (come polveri sottili, ossidi d’azoto e molti altri, tipici delle combustioni) a causa dei mezzi che trasportano i rifiuti, del cogeneratore che produce l’energia necessaria all’impianto, e infine dalla combustione del metano così ottenuto.

Vi è poi la produzione di rifiuti, come il digestato, che contiene una carica microbica, che può costituire un pericolo per l’agricoltura e per la salute.  Infine va chiarito che non è un esempio di economia circolare, come si vorrebbe far credere, perché la normativa europea indica solo il riciclo di materia e non la produzione di energia: di conseguenza è economia circolare il compostaggio aerobico, ma NON la digestione anaerobica.

Al secondo esperto, cheè il Giurista ambientale Dott. Marco Grondacci, il quale segue cause ambientali in tutta Italia, è stato chiesto se esistono leggi, che impediscano la installazione di impianti inquinanti in una località già altamente contaminata e non bonificata come lo è quella del S.I.R. di Massa e Carrara, dove dovrebbe essere attivato il Biodigestore anaerobico del Cermec SpA?

La risposta del giurista è che non esistono leggi che escludono in assoluto quello che mi viene chiesto ma questo non vuol dire che la presenza di un sito da bonificare sia irrilevante. La procedura di V.I.A. deve tenere conto dello stato dell’ambiente nell’area interessata dal nuovo progetto, cosa che invece la V.I.A. della Regione ha sottovalutato se non rimosso. Non solo ma anche da un punto di vista della salute pubblica andava valutato l’impatto della presenza del sito di bonifica da decenni, e anche questo è stato sostanzialmente rimosso.

Dal quotidiano ‘Il Tirreno’ del  27 giugno 2023 

Dal quotidiano ‘La Nazione del 27 giugno 2023

Il CCA dbr (*) composto da: Associazione per i Diritti dei Cittadini ADiC Toscana aps – Associazione Comitato Acqua alla gola Massa – Movimento Consumatori Nazionale aps – Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua -Comitato Apuano salute ambiente della provincia di Massa Carrara – IBS-Inter-rete Beni comuni e Sostenibilità – Magliette Bianche di Massa Carrara. Con il supporto del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua (Nazionale).