ENNESIMO DIVIETO DI BALNEAZIONE, COSI’ NON SI TUTELA LA SALUTE PUBBLICA
13 Luglio 2023LA REGIONE TOSCANA AUTORIZZA IL CERMEC A TRATTARE RIFIUTI INDIFFERENZIATI PROVENIENTI DA FUORI REGIONE CON CODICE EER19.12.12. – IL CCAdbr SCRIVE ALLE AUTORITA’ COMPETENTI PER CHIEDERE CHIARIMENTI
10 Agosto 2023A pagare saranno l’ambiente e i cittadini con Tari e bollette
LETTERA APERTA/COMUNICATO STAMPA DEL 14 luglio 2023
Dispiace che Legambiente continui a classificare come “polemiche” le nostre ostinate richieste di ottenere tutta la documentazione tecnica e finanziaria del progetto relativo al biodigestore del Cermec, oppure il fatto di aver inoltrato la domanda agli organi istituzionali competenti di farsi promotori di un’inchiesta pubblica, già richiesta ripetutamente anche da Italia Nostra, nonché approfondimenti sulla tecnologia e sugli impatti ambientali ed economici.
Affermare che il sito è idoneo perché già compromesso non conforta i cittadini che da anni attendono bonifiche di tutta un’area profondamente inquinata. Ci chiediamo come gli “illustri scienziati” abbiano affrontato il nodo degli effetti cumulativi con altre sostanze chimiche presenti in quell’area, le quali hanno un impatto sulla salute dei cittadini che per noi rappresenta una priorità.
Forse Legambiente dimentica che ancora oggi a distanza di 35 anni dalla chiusura degli stabilimenti chimici (come la ex Farmoplant) si pagano in termini di malattie e morte scelte politiche sbagliate e che, di conseguenza, i cittadini non sono disponibili ad accettare nemmeno un grammo di inquinamento in più.
Ne è accettabile liquidare il progetto come un upgrading dell’impianto (in italiano un intervento per mantenere l’adeguatezza operativa), quando si è di fronte a una tecnologia totalmente diversa ed esaltata da Legambiente come la più avanzata ed efficiente.
Torniamo alla “operazione verità” che Legambiente si arroga di svolgere.
Intanto poniamo una questione di metodo: quando si cita l’ISPRA come fonte unica e autorevole, onestà intellettuale vorrebbe che non si omettessero i dati scomodi. E parlando di rifiuti non sarebbe male fare riferimento agli studi di CNR ed ENEA, alla Scuola Agraria del Parco di Monza, alle pubblicazioni scientifiche del prof Giuseppe Zicari e all’ISDE (International Society of Doctors for Environment), sezione Italia.
Per ragioni di spazio ci limitiamo a poche significative pillole, attendendo l’inchiesta pubblica.
Riguardo agli investimenti: il costo di impianti anaerobici con produzione di biogas e compost risulta almeno doppio di quello del compostaggio.
Inoltre, per essere competitivi (pur con gli incentivi) devono avere una capacità di almeno 30.000 ton/anno mentre gli impianti di compostaggio sono modulari senza dimensioni minime (fonte: Prof. Favoino-Scuola Agraria di Monza).
Tariffe di Conferimento: per impianti di compostaggio 75 €/ton; per i biodigestori con produzione di biogas e compost 150 €/ton di cui 25 €/ton di incentivi pagati dai contribuenti nelle bollette alla voce “oneri diversi” (fonte CNR-ENEA)
Consumo energia per funzionamento degli impianti: compostaggio in biocontainers circa 70 Kwh/ton (fonte: prof Zicari) mentre i biodigestori necessitano di ben oltre 350 Kwh/ton cioè più del quintuplo!
Dati i notevoli costi da sostenere e il drammatico impatto ambientale generato da questi impianti, l’eventuale bilancio energetico positivo (non disponiamo ancora dei dati relativi all’impianto del Cermec) non può certo compensare i disagi che l’impianto potrà generare.
Per quanto riguarda la quantità di metano producibile con questa tecnologia, mentre ISPRA stima di poter raggiungere in Italia 10 miliardi di mc, l’ENEA ritiene che con il massimo sforzo si potranno raggiungere i 7 miliardi di mc, praticamente il 10% del fabbisogno nazionale di metano (tra l’altro s’intende di produzione lorda, senza tener conto dell’energia assorbita).
E questo vuol dire migliorare l’autonomia nazionale? Ma stiamo scherzando?
Investimenti analoghi indirizzati a favore di altre fonti realmente rinnovabili, che hanno un ritorno energetico ben superiore (fotovoltaico 7, eolico 5 contro 1.4 del biogas) darebbero sicuramente vantaggi molto più significativi (concordi tutte le fonti citate).
Per il trattamento dell’organico vanno bene impianti che usano la tecnologia del compostaggio come natura ci insegna, piccoli impianti, modulari usando biocontainers in modo che la fase più critica di trasformazione avvenga in ambiente chiuso e controllato.
Pensare di investire nel biogas/biometano/gas è intempestivo, non credibile ed economicamente non sostenibile.
*Il documento sarà inviato anche alle Istituzioni competenti con il sollecito a promuovere un percorso partecipato sotto forma di inchiesta pubblica con un contraddittorio
Sottoscrivono il comunicato stampa le seguenti organizzazioni:
-Associazione per i Diritti dei Cittadini ADiC Toscana aps e CCAdbr
-Associazione Comitato Acqua alla gola Massa e CCAdbr
-Movimento Consumatori Nazionale aps e CCAdbr
-Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua e CCAdbr
-Comitato Apuano salute ambiente della provincia di Massa Carrara e CCAdbr
-IBS-Inter-rete Beni comuni e Sostenibilità e CCAdbr
-Magliette Bianche di Massa Carrara e CCAdbr
-Con il supporto del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua (Nazionale) al CCA dbr
-Comitato Sarzana, che botta! (SP)
-Comitato Biodigestore Saliceti (SP)
– Fridays For Future Massa
-GRiG-Gruppo di Intervento Giuridico odv
-Italia Nostra Massa e Montignoso
-Comitato Ex Cava Fornace
-Associazione Apuane Libere
-Associazione Crisoperla aps
– La Pietra vivente di Massa
-Salviamo il Paesaggio- Coordinamento provinciale Cremona